5 miti da sfatare sulla ricarica delle batterie

Fino a qualche anno fa, le batterie dei nostri device (smartphone, computer e tablet) erano del tipo “nickel-cadmio”, che soffrivano del cosiddetto effetto memoria e quindi necessitavano di particolari precauzioni, poiché si calibravano in base alla quantità di ricarica e scarica. Oggi gli smartphone sono alimentati da batterie agli ioni di litio, privi di memoria. Ecco quindi la necessità di sfatare almeno 5 miti inveterati nell’immaginario collettivo:

1. Non è necessario lasciare scaricare interamente la batteria prima di ricaricarla. Anzi, in realtà è meglio evitare di arrivare a un accumulatore completamente scarico
2. Non è necessario ricaricare sempre completamente la batteria. Si può fare di tanto in tanto, ma non è necessario privarsi di qualche appuntamento per dare la precedenza alla ricarica.
3. Non è grave lasciare una batteria sotto carica per tutta la notte. Infatti le batterie attuali rilevano la completezza della carica e smettono di ricaricarsi. In ogni caso è meglio evitare troppe ore di ricarica, perché si rischia di surriscaldare l’apparecchio, con successivi danni alla batteria e al device stesso.
4. Una batteria non si consuma più in fretta se la si ricarica di frequente. E’ vero che ogni batteria è concepita per un certo numero di cicli di ricarica, ma per ciclo si intende una ricarica del 100%, che può essere data da più sessioni. In altri termini, non è il numero di volte in cui viene attaccata alla presa che conta.
5. Una batteria non si ricarica sempre alla stessa velocità. Se è connesso o accesso la ricarica è più lenta di quando il computer o il telefono sono spenti. Per chi ha fretta di ricaricare conviene spegnere il dispositivo oppure metterlo in modalità “Aereo”. Inoltre bisogna sapere che un telefono si ricarica molto rapidamente fino all’80%, ma più lentamente nel restante 20%.