Come è composta un’aula digitale?
Di francescoSempre più Internet anche a scuola: il MIUR sta investendo molto, nell’ambito del piano digitale, per l’educazione di bambini e ragazzi e non c’è dubbio che la frontiera più importante sia rappresentata dall’informatica e dalla Rete, per “millennials” che già a casa se la cavano egregiamente tra smartphone e tablet, tra PC, ADSL e Fibra.
Ciononostante, “aula” è ancora una parola che – forse per via della derivazione latina e del suo significato originario – sa di vetusto, e che in qualche modo appare difficilmente coniugabile con le nuove tecnologie. Le prime aule che ci vengono in mente, a noi che abbiamo ben più di tredici o quattordici anni, hanno sedie, banchi, una cattedra, una tradizionale lavagna con i gessetti, disegni e cartine geografiche appese alle pareti: tutto il contrario di una vera aula digitale, come quelle che stanno facendosi largo negli edifici scolastici italiani.
Com’è fatta davvero un’aula digitale 3.0?
- Spazi ripensati. A partire dalla collocazione dei mobili e complementi d’arredo, tutto è diverso rispetto al solito in un’aula 3.0. Non ci sono infatti più nemmeno i banchi, sostituiti da sedie ergonomiche, mobili e girevoli, ideali per un apprendimento “fluido” che via via si configura come lezione frontale e l’ora dopo, magari, di gruppo.
- Addio alla lavagna. Non poteva durare, con gessetti e cancellino, e infatti la lavagna d’ardesia tradizionale nella scuola 3.0 non c’è più: al suo posto una LIM, lavagna interattiva multimediale dotata di applicazione per la produzione, distribuzione e condivisione in aula dei contenuti didattici fino a 35 device: un grande schermo interattivo per certi versi non dissimile da quelli che nei telegiornali vengono utilizzati sempre più per illustrare le notizie o le rassegne stampa.
- Addio ai libri. Inevitabile anche che i vecchi tomi cartacei lasciassero il posto ai tablet: l’aula 3.0 comprende infatti ben tablet PC (con tanto di armadio di ricarica: uno dei grandi vantaggi dei libri “analogici” è infatti che non si scaricano).
- “Nuvola” per tutti. Lo sharing via Internet ha le sue (eccellenti) possibilità di applicazione anche a scuola, e infatti anche l’aula 3.0 ha una una piattaforma di Content Delivery in cloud, che permette anche da casa ai ragazzi di collegarsi e, in più, dare vita anche a progetti che coinvolgano altre scuole molto lontane.
Naturalmente, Internet. Dulcis in fundo, ci vuole una connessione veramente rapida, ma allo stesso tempo sicura: con una protezione centralizzata che gestisce in maniera precisa e puntuale i profili, con firewall e navigazione protetta, in modo da non rischiare di esporre i ragazzi a contenuti sensibili.
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