Costi di terminazione: in Italia le tariffe più alte, ma qualcosa può cambiare

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tariffe.jpgI dati Istat confermano che l’inflazione sta salendo per via dell’aumento di beni e servizi. Invece i costi per la telefonia sono in netta controtendenza; tuttavia, ancora molto si può e si deve fare, soprattutto abbattendo i cosiddetti costi di terminazione.

Con il termine costo di terminazione si indica il prezzo che un operatore paga all’altro quando si effettua una chiamata che coinvolge due diversi operatori di telefonia mobile.

A intervenire su questo aspetto sta tentando l’Agcom, ovvero,l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, con l’approvazione di un provvedimento che preveda l’abbattimento delle tariffe di circa il 30% in tre anni. Ma anche così facendo, storcono il naso le Associazioni dei Consumatori ritenendo inefficace tali riduzioni perché esigue rispetto al’aggravio che tali tariffe hanno sull’utenza. Infatti, attualmente sul consumatore italiano ricadono costi effettivi fra i più alti d’Europa.

D’altro canto, anche la Commissione Europea è dell’avviso che la determinazione dei costi di terminazione è lasciata eccessivamente al libero arbitrio di ogni singolo Paese, mentre sarebbe auspicabile che ogni Stato Membro della UE si uniformasse, in modo da giungere ad un’equiparazione delle tariffe. Per quanto riguarda l’Italia, secondo Bruxelles l’obiettivo è di abbattere del 70% tali costi, ben oltre quanto previsto dall’Agcom, dunque, anche in virtù del fatto che, proprio il Bel paese è quello con i costi più alti.

Bisogna soltanto evitare, come asseriscono le Associazioni, che a fronte di un’eventuale tentativo di ribasso delle tariffe, stavolta su decisione europea, i gestori, poi, non si inventino altre soluzioni a danno degli stessi utenti.


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