Internet of Things: ma cos’è davvero?
Di Daniele GrattieriTutti ne parlano ma pochi sanno davvero cosa si intende con “Internet of Things”. Cerchiamo di fare chiarezza insieme
Internet of Things è probabilmente una delle espressioni più ricorrenti nell’ultimo periodo, ma cosa s’intende esattamente? Di certo il protagonista è Internet e la sua immensa rete, che a colpi di scoperte e continue evoluzioni, sta ormai trascinando con sé davvero tutto e tutti. Del resto pensare di vivere senza è ormai impossibile e, anche se l’Italia è il Paese europeo con la connessione Internet più lenta, sono davvero tanti gli sforzi e i progetti in corso per riallineare il Bel Paese agli standard europei.
La questione “Internet of Things”, spesso indentificata con l’acronimo IoT, è sulla bocca di tutti, ma anche un utente mediamente informato sulla tecnologia, sembra avere qualche perplessità e dubbio sulla questione. Secondo i dati emersi da una ricerca condotta da Acquity Group, agenzia del gruppo Accenture, oltre l’87% dei duemila soggetti intervistati dichiara di non sapere esattamente cosa si intenda con “Internet delle cose”.
“Internet of Things”: proviamo a dare una definizione
Per Internet delle cose s’intende si indica una famiglia di tecnologie il cui scopo è rendere qualunque tipo di oggetto, anche non digitale, un dispositivo collegato ad internet, in grado di godere di due funzioni tipiche degli oggetti connessi, come: il monitoraggio e il controllo. Il monitoraggio consente all’oggetto di reperire informazioni su di sé e sull’ambiente circostante, il controllo vuol dire invece che gli oggetti possono essere comandati anche a distanza proprio grazie alle potenzialità di Internet.
Quali sono le preoccupazioni degli utenti?
Basti pensare agli elettrodomestici che si azionano se programmati, oppure i lampioni in grado di stabilire la presenza di sostanze inquinanti nell’aria. Un aspetto interessante emerso dallo studio è stato lo scarso interesse manifestato dal pubblico verso queste tecnologie, considerate troppo costose e comunque in grado di non fornire un valore aggiunto alla vita quotidiana. Il secondo aspetto critico riguarda poi la gestione della privacy e il modo in cui vengono gestiti i dati. Un timore che sembra riguardare soprattutto le tecnologie indossabili.
Tra le questioni critiche segnalate dagli intervistati rientra anche la questione sicurezza. Se un oggetto IoT, ovvero Internet of Things, può essere azionato a distanza, quali sarebbero le conseguenze nel caso in cui fosse gestito da persone malintenzionate? Queste questioni non sono certo sfuggite alle aziende promotrici delle nuove tecnologie connesse, che sono già corse ai ripari.
Come gestire le nuove tecnologie?
L’insieme delle tecnologie e dispositivi IoT comprendono infatti anche soluzioni per garantire la gestione corretta dei dati e delle informazioni raccolte. Basti pensare al IPv6, il nuovo protocollo internet che permetterà di aumentare il numero di indirizzi IP a disposizione, i Big Data, ovvero la raccolta di informazioni dettagliate su uno specifico individuo e il cloud computing, sono tutte tecnologie che prevedono l’adozione di specifiche procedure per tutelare la sicurezza e la stabilità delle infrastrutture che conservano le informazioni inviate e scambiate tra dispositivi IoT e quelli tradizionali, come: smartphone, tablet e computer.
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